Google ha recentemente annunciato un aggiornamento significativo alla sua politica sull’abuso della reputazione del sito, un intervento mirato a contrastare pratiche scorrette che minano l’integrità del ranking sui motori di ricerca. Questo cambiamento è destinato a influenzare profondamente le strategie SEO e il modo in cui i proprietari di siti gestiscono i contenuti di terze parti. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e quali sono le implicazioni per chi lavora nel mondo digitale.
Cosa significa “abuso della reputazione del sito”?
L’abuso della reputazione del sito avviene quando contenuti di terze parti, spesso non pertinenti, vengono pubblicati su un sito per sfruttarne l’autorità nei motori di ricerca. Questo tipo di pratica è stata spesso utilizzata per manipolare il ranking e generare traffico, ma è ora considerata una violazione delle politiche di Google.
Con il nuovo aggiornamento, Google ha esteso questa definizione per includere qualsiasi pagina pubblicata su un sito con un chiaro intento manipolativo, anche se il proprietario del sito è direttamente o indirettamente coinvolto. Questo rappresenta un segnale forte: Google non farà più distinzioni tra chi ignora e chi permette attivamente queste pratiche.
fonte foto: seoroundtable
Le principali forme di abuso della reputazione del sito
L’abuso della reputazione può assumere diverse forme, ma le più comuni includono:
- Contenuti promozionali non pertinenti: Codici sconto, coupon o recensioni di prodotti che non hanno alcuna connessione con il tema principale del sito.
- Pagine sponsorizzate fuorvianti: Articoli pagati da terze parti per promuovere prodotti o servizi al di fuori della nicchia del sito ospitante.
- Contenuti legati al gioco d’azzardo o ad altre industrie regolamentate: Creare pagine relative a scommesse, casinò o trading finanziario su siti non specializzati.
- Contenuti affiliati di bassa qualità: Pubblicazione di articoli generici o mal scritti, progettati esclusivamente per generare commissioni da programmi di affiliazione.
Ad esempio, se un sito dedicato all’educazione accetta articoli su prestiti personali o assicurazioni con l’unico obiettivo di sfruttare il traffico, si tratta chiaramente di abuso della reputazione del sito.
Nota:
Le azioni manuali per “Abuso della reputazione del sito” sono già operative, a seguito dell’aggiornamento delle politiche di Google. Forbes Advisor non sta più posizionandosi come prima, neanche per la query diretta “Forbes Advisor”. Sembra addirittura che l’intero indice del sito sia stato rimosso. CNN Underscored, ha la stessa situazione Lo stesso vale per WSJ Buyside, con effetti identici. È evidente che Google ha iniziato a muoversi rapidamente nell’applicare queste nuove penalizzazioni. Ecco un esempio di azione manuale applicata a un sito colpito (non uno di quelli sopra menzionati). Questo dimostra come Google stia agendo con tempestività basandosi sulla nuova policy.
Huge heads-up! The manual actions for ‘Site reputation abuse’ have already started going out based on the policy update. Jason Kilgore first pinged me on LinkedIn that Forbes Advisor is not ranking for what it once was (not even for the query ‘Forbes Advisor’)… and it looks… pic.twitter.com/YqSTeCFyXm
— Glenn Gabe (@glenngabe) November 20, 2024
Resta fondamentale monitorare attentamente i propri contenuti e assicurarsi di rispettare le nuove linee guida per evitare penalizzazioni.
Il ruolo di Google e l’introduzione di penalizzazioni
Con questa espansione della politica, Google intensificherà le azioni manuali per penalizzare i siti che ospitano contenuti considerati in violazione. Le penalizzazioni possono tradursi in una perdita di visibilità nei risultati di ricerca, danneggiando significativamente il traffico e il business online. Non è sufficiente rimuovere il contenuto incriminato: per recuperare la fiducia di Google, il sito deve dimostrare un cambiamento significativo nelle sue pratiche editoriali. Questo potrebbe includere un audit completo, la revisione dei contenuti esistenti e l’adozione di politiche più rigorose.
Come proteggere il tuo sito dall’abuso della reputazione
Per evitare penalizzazioni e mantenere la propria posizione nei risultati di ricerca, è fondamentale adottare una strategia chiara e proattiva:
- Audit regolari dei contenuti: Eseguire controlli periodici per identificare contenuti che potrebbero essere considerati abusivi o irrilevanti.
- Linee guida editoriali rigorose: Definire chiaramente quali tipi di contenuti possono essere ospitati sul sito e quali no. Ogni articolo o pagina dovrebbe essere strettamente correlato alla nicchia del sito.
- Monitoraggio dei contenuti di terze parti: Se si accettano contributi esterni, è necessario un controllo approfondito per assicurarsi che rispettino gli standard di qualità e pertinenza.
- Gestione dei contenuti generati dagli utenti: Forum, recensioni o commenti possono essere una risorsa preziosa, ma devono essere moderati per evitare abusi.
- Evitare contenuti affiliati di scarsa qualità: Collaborare solo con programmi di affiliazione affidabili e promuovere prodotti o servizi che aggiungano valore al pubblico del sito.
Il rischio delle tattiche “parasite SEO”
Una delle pratiche più diffuse che Google mira a combattere è il cosiddetto “parasite SEO“. Questa tecnica consiste nel creare pagine su siti di terze parti autorevoli per ottenere una spinta nei risultati di ricerca. Sebbene possa sembrare un modo semplice per guadagnare visibilità, questa tattica è ora esplicitamente vietata e porterà a sanzioni severe. [Abbiamo lezioni e casi specifiche nel nostro corso DeepSEO]
L’importanza della pertinenza e della qualità dei contenuti
Google ha sempre sottolineato l’importanza di creare contenuti che rispondano ai bisogni degli utenti. L’aggiornamento della politica sull’abuso della reputazione del sito rafforza questo principio: i siti devono puntare sulla qualità e sulla pertinenza per mantenere la fiducia di Google e degli utenti.La strategia SEO di lungo termine deve basarsi su un approccio etico, evitando scorciatoie che potrebbero compromettere il successo del sito. La gestione attenta dei contenuti non è solo una necessità per evitare penalizzazioni, ma anche un’opportunità per distinguersi in un mercato sempre più competitivo.